L’appennino bolognese, storie e tradizioni della nostra cucina
11 Luglio 2018
I boschi, gli allevamenti, l’agricoltura, gli alberi da frutta, le piante, i fiori ed i ricchi vigneti. L’appennino bolognese da sempre è una terra di tesori, una cornice rurale dalla rara e incontaminata bellezza in cui nascono gli alimenti e le tradizioni della cucina d’appennino. Fonte inesauribile della sacra tradizione culinaria, in cui da intere generazioni viene tramandata l’arta della pasta fatta in casa tirata al mattarello o da cui vengono coltivate le verdure e gli ortaggi più freschi, le uova e i latticini fonte di formaggi e dolci freschissimi, luoghi in cui i vignaioli producono il loro vino, gli apicoltori allevano le api e in cui vengono custodite ricette antiche e popolari. La sorgente della vera cucina bolognese nasce proprio da qui, facendo affidamento sulla flora e sulla fauna del luogo e su un lavoro quotidiano preciso e passionale senza tempo.
La provincia di Bologna è la prima in Italia per eccellenze agroalimentari con riconoscimento europeo, una di queste il Parmigiano Reggiano Dop, utilizzato come condimento nei primi piatti e in numerose altre preparazioni. Grazie al suo sapore fragrante e succulento e alla caratteristica persistenza diventa il formaggio più caratteristico e universale, contenendo alte proprietà nutritive e una stagionatura minima di un anno. Ci sono poi le carni, selvaggina e cacciagione o la razza bovina o suina da cui derivano insaccati prelibati o tipici come i ciccioli, la coppa, la salsiccia passita ma anche sughi e condimenti. Dalla maggior parte di queste carni nascono secondi abbinabili ai prodotti del bosco come il tartufo, i frutti rossi, i funghi (porcini, ovuli, spugnole) che ritroviamo nei periodi di “fioritura” e stagionalità anche nei primi piatti tradizionali (tagliatelle, tortelloni, passatelli). Dal castagno nasce una farina dolce utile per dar vita a gustose specialità come il castagnacci o i ciacci, fino alle tagliatelle che abbinate ad un ottimo pecorino montanaro offrono un risultato straordinario per il palato.
È una tradizione ancora oggi trionfale che nonostante le mode e le numerose influenze a cui la cucina si sottopone non ha subito i flussi di innovazione, facendo leva sui ricettari e sulle gloriose freschezze dell’inesauribile materia prima della zona.
Per apprendere la storia culinaria del nostro appennino e conoscere a fondo le nostre specialità, gli appassionati non potranno perdersi il corso di cucina di a Scuola di gusto “La cucina dell’appennino bolognese” , in programma lunedì 8 ottobre dalle 19 alle 23. Quattro ore di laboratorio didattico in compagnia della regina della sfoglia, Lucia Antonelli cuoca della Taverna del Cacciatore di Castiglione dei Pepoli, tavola emblematica della cucina di frontiera. Lucia proporrà alcuni dei piatti più significativi del territorio: ciacci di castagne con pecorino, noci, radicchi amari e riduzione di vino rosso, ravioli di ortica ai porcini, pici al ragù di cinghiale con dolceforte, pasta e fagioli con maltagliati croccanti alla castagna e zuccherini montanari. A tutti i partecipanti verrà regalata una copia del libro “Misteri e manicaretti dell’Appennino bolognese”, una raccolta di gialli ambientata nella montagna bolognese, scoprendo a fondo le sue bellezze, la sua storia e la sua meravigliosa cucina.