La dieta ayurvedica, il nuovo modo di mangiare sano
29 Ottobre 2018
I benefici di un’alimentazione sana e salutare sono sempre più riconosciuti e approfonditi dagli italiani. L’attrattiva che la cucina vegetariana e quella vegana ha suscitato negli ultimi anni è il risultato di un vero e proprio successo: dall’apertura di supermercati e botteghe alimentari specializzate, alle aree dedicate nei market stessi, l’aumento dei ristoranti a tema fino alla presenza di quei piatti e menù appositi, nei locali fino a poco tempo fa più tradizionalisti. Il corso di cucina professionale di a Scuola di gusto, Veg Vegetarian chef in programma dal 13 novembre al 5 febbraio 2019 eseguirà un focus globale su tutti gli aspetti delle linee alimentari appartenenti alla cucina vegetariana e vegana.
Un aspetto interessante rientra nella lezione dedicata alla cucina ayurvedica, nata 6000 anni fa in India. Alle origini, il credo della vita e della natura dei cinque elementi, sviluppati all’interno di un regime nutrizionale equilibrato di ciascun individuo. Ogni essere vivente secondo il proprio fabbisogno necessita di un alimentazione completa con cibi cotti, crudi, sani che ne consentano una regolare digeribilità, canoni che nella vita moderna sono richiesti e ricercati dal consumatore e che rientrano nella filosofia dell’ayurveda.
La cucina ayurvedica rinuncia all’utilizzo delle carni, propone ingredienti e ricette indiane che oggi riscontrano grande attualità, come l’utilizzo dei coriandoli, delle erbe aromatiche, delle mandorle, della varietà della verdure e di farine (su tutte quelle di ceci). Una dieta equilibrata e moderata che per essere rintracciata chiede un’analisi iniziale sullo stile di vita, il peso, la salute e il fabbisogno del singolo individuo. Ciò che non bisogna aspettarsi però è la monotonia o la ridondanza dei sapori. Alla base dell’ayurveda, infatti, esistono sei basi differenti di gusti che dovrebbero essere sempre presenti nel pasto: il dolce, il salato, l’amaro, il piccante e l’astringente per ricercarne un’armonia finale e soprattutto la continuità. Alle basi delle linee guida antiche vi sono le ore di pausa tra un pasto e l’altro, l’assenza di bevande fredde e l’assenza di alimenti meno digeribili agli orari serali. Il benessere è il risultato che ne emerge, gli ingredienti utilizzati rientrano tra i composti più in voga dell’ultimo biennio. Una soluzione che verrà approfondita nelle 206 ore in programma per il corso di cucina, unitamente alla scelta delle materie prime e alle tecniche di cottura e lavorazione, basi fondamentali per rendere polivalente l’assortimento di sapori e trovare il corretto stile di alimentazione.